24 Marzo 2017
Primavera a Trieste fra Carso e Osmiza
Cosa fanno i triestini a Primavera?
La primavera, si sa, è il periodo più lieto dell’anno, e la Primavera a Trieste è sicuramente uno dei periodi più splendidi. La luce, il tepore, i profumi e i colori risvegliano quella voglia di vita all’aria aperta, in città come sulle lievi alture del Carso.
Il Carso risplende di un nuovo verde e di fioriture che invitano a lunghe passeggiate. Dopo un inverno di freddo a volte punteggiato da picchi di Bora, il fortissimo vento che val la pena di affrontare almeno una volta nella vita, i tavoli esterni dei tanti locali e ristoranti dehors tornano a ripopolarsi.
Lo stesso lungomare di Barcola torna a essere meta non solo di passeggiate (dal capolinea dell’autobus 6 in porticciolo fino al Castello di Miramare) ma anche di desiderosi della prima tintarella.
La primavera a Trieste è perfetta anche per i più romantici e gli amanti del verde. Il Parco del Castello di Miramare, con le sue centinaia di varietà d’alberi è un meraviglioso labirinto in cui perdersi.
I triestini escono dal letargo e ripopolano l’amato Carso, che nasconde sempre nuove sorprese anche a chi pensa di conoscerlo già. La meta più affascinante è sicuramente la Grotta Gigante, con la più grande cavità visitabile al mondo che nel 1995 le è valso di assurgere al Guinness dei Primati.
Ma la meta meno nota per chi viene da fuori sono le Osmize, che diventano una seconda casa nei weekend.
Le Osmize sono cantine ricavate in case private dove si possono degustare vini (e non solo) tipici dell’altopiano carsico triestino e sloveno. I vini che si trovano in queste cantine solitamente sono la Vitoska e la Malvasia (bianchi) e il Terrano (rosso), inoltre si possono gustare formaggi, salumi, olive, uova e sottaceti di produzione propria. Le Osmize sono un punto di ritrovo per passare alcune ore in compagnia in un clima estremamente conviviale.
La particolarità dell’Osmiza sta nel fatto che esiste solo nella provincia di Trieste (proseguendo in parte nel litorale sloveno) e deriva da una vecchia tradizione risalente addirittura a Carlo Magno, ma impostasi durante l’Impero austroungarico che sancì la possibilità per i produttori di vino locale di vendere direttamente nelle loro case i loro prodotti per una durata di 8 giorni. Non a caso la parola Osmiza deriva da “osem” che in sloveno significa otto, appunto.
Oggi come allora, le Osmize vengono segnalate da una frasca sul ciglio della strada che punta nella direzione dell’osmiza. L’apertura delle osmize oggigiorno non è più regolata dai soli canonici otto giorni ed il bello sta proprio nel perdersi sul Carso, senza sapere bene dove andare, alla scoperta dell’una o dell’altra.
Alcune sono particolarissime, addirittura con affaccio al mare trovandosi sul costone a strapiombo del Golfo: la vista si perde sull’orizzonte e quando la giornata è limpida si può vedere la costa croata fino a Punta Salvore.
Alcune sono immerse nel verde o proprio in mezzo ai vigneti od olivi. Altrettanto bello è incontrarvi la gente vera, la gente del posto: famiglie, gruppi di ragazzi e persone anziane che vivono questo rito con la semplicità e la voglia di cantare e stare insieme tipica di questi luoghi di convivio. Oggigiorno esiste un sito per scoprire quali sono le Osmize aperte di turno. Personalmente, consiglio di giocare a perdersi sull’altipiano per intraprendere una sorta di caccia all’osmiza. E la tua primavera a Trieste si colora di sapori.
Per i palati più raffinati inoltre vi sono delle cantine di ottimo livello che su appuntamento è possibile visitare. Tra le tante, possiamo citare Kante, Zidarich, Lupinc, Bajta, Parovel o Skerk.
Una volta arrivati a Trieste e al Victoria Hotel Letterario vi aiuteremo a trovare l’Osmiza o la cantina che fa per voi, basterà che chiediate al front desk.
Lorenzo Vidoni – General Manager
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